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Per fonoterapia si intende la cura attraverso il suono.

Tale metodica non dev’essere confusa con la musicoterapia o con la cura attraverso i mantra.

Essa si discosta da tali pratiche perché ricorre all’uso del “suono puro”, ovvero delle note musicali o suoni della natura, senza che sia possibile rintracciare una melodia e neanche un ritmo.

Quando si ricorre alle note musicali, queste sono normalmente emesse singolarmente o due alla volta.

Oltre alla durata dei suoni, sono importanti le pause. La fonoterapia viene soventissimo abbinata alla cromoterapia ed in particolare alla fototerapia, ma comunque può essere utilizzata separatamente. Essa agirebbe sui “corpi sottili” dei viventi, basandosi sul principio che la vibrazione elastica del suono interagisca con questi, secondo il principio della risonanza, per cui i “corpi sottili”, in particolare quello chiamato “corpo astrale”, subiscano dei mutamenti atti a ripristinare la salute.

Più semplicemente si può dire che la fonoterapia agisce sull’aura, reintegrando il giusto livello vibrazionale.

Tale linguaggio descrittivo, ovviamente, non ha alcun senso se riferito al sapere accademico.

Già Pitagora aveva notato come gli intervalli che piacciono all’occhio, piacciono anche all’orecchio, e da questa deduzione ideò il monocorde, quale strumento musicale utile per lo studio delle vibrazioni sonore.

Tra colore e suono si intesse una reciproca alleanza e il magico numero sette si presenta insistente, quale richiamo dogmatico alla realtà sensoriale.

Sette colori dell’iride, e sette note del pentagramma, diviene così facile abbinare ad ogni colore una nota corrispondente, partendo dal rosso – DO otteniamo:

Le note si possono udire direttamente da uno strumento musicale (che possa tenere le note lunghe, come l’organo) oppure si registra il suono con le dovute pause su un nastro magnetico che si ascolterà nei momenti adatti.

RIMANDI :

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.