Pratica messa a punto dalla dottoressa Maria Ita Wegman (1876-1943), nata a Kravang in Indonesia ma di famiglia olandese, è basata sui principi dellamedicina antroposofica di Rudolf Steiner e su parte delle tecniche del massaggio svedese.
Lo scopo principale è quello di riequilibrare la mente e il corpo, e in quest’ottica può essere considerata quale metodica psico-corporea.
Dal pensiero antroposofico viene contemplata l’azione mediatrice del “sistema ritmico”, che funge da intermediario tra due polarità: il sistema neuro-sensoriale e il sistema metabolico.
Il massaggio ritmico prende il nome dall’azione corporea che nel massaggio si propone di agire sul “polo ritmico” situato a metà strada tra il capo e l’addome, all’altezza del cuore e dei polmoni.
Compito del sistema ritmico è quello di mantenere o ripristinare l’armonia tra due situazioni opposte, presenti negli altri due sistemi. La sua funzione è il “sentire”.
La pratica
Il massaggio si basa su tocchi delicati e leggeri e nella procedura vengono contemplate tre fasi, in successione: si inizia con la manovra detta di “aspirazione”, si prosegue con il movimento nel quale i tessuti tornano nella situazione iniziale e infine si osserva un momento di pausa.
Tale procedura è attuata in linea con i principi ritmici delle funzioni corporee, proprie del sistema ritmico (battito cardiaco, respirazione).
L’aspetto psicologico è contemplato nell’ambito del trattamento che prevede per ogni incontro una prima fase di colloquio, nella quale si commentano i progressi e si colloquia sugli obiettivi da raggiungere; nella seconda fase si svolge la pratica del massaggio e nella terza fase, quella conclusiva detta “di reazione”, il soggetto si rilassa, e assimila il nuovo equilibrio raggiunto.
Per saperne di più:
Valerio Sanfo, Salute e malattia. I percorsi del pensiero antroposofico, A.E.ME.TRA., Torino
tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.