Alla domanda riguardo a quale sia la pratica medica più diffusa nel mondo, la risposta è: la preghiera.

Il ricorso alla preghiera per mantenere o recuperare la salute fa parte di tutte le pratiche tradizionali. Nell’antico Egitto si ricorreva a preghiere specifiche per ogni disturbo; nel taoismo la preghiera di gruppo veniva praticata per curare a distanza; nel Tibet è tramite la preghiera e la meditazione che si mantiene la salute.

La relazione tra pratiche religiose di guarigione è molto antica, e oltrepassa ogni limite culturale, geografico e temporale.

Uno studio del 1981 di Hinke e Moss, ha appurato che il 43% delle persone affette da turbe mentali si reca dal sacerdote. Molte volte è la religione a fissare il modello di malattia mentale.

I due modelli principali nelle chiese U.S.A. di persone di colore sono:

  1. preghiere e riti ai quali possono assistere solo i diretti interessati;
  2. l’artefice è lo Spirito Santo.

I Salmi della Bibbia recitati per curare le malattie o preservare la salute, venivano consigliati da San Cassiodoro, Sant’Agostino, San Geronimo, Papa Leone III. Anche nell’area dei paesi dell’America Latina è presente la pratica terapeutica tramite la preghiera, tanto che sono presenti dei guaritori specializzati (si fa per dire) nella cura orante: sono gli ensalmadores e i benzedores (vedasi voce Medicina teologica).

Una ricerca

Alcune recenti ricerche americane hanno cercato di dimostrare scientificamente che la preghiera agisce come una vera medicina.

La preghiera di gruppo opera a distanza modificando processi fisici su uomini, animali, batteri, ecc.

Larry Dossey, medico degli U.S.A., scrisse due libri nei quali ha dimostrato scientificamente l’azione della preghiera, seguendo numerosi casi ritenuti straordinari e attendibili. Mise in atto un esperimento di verifica nel quale 393 pazienti affetti dalla stessa patologia, vennero divisi con un sistema random computerizzato in due gruppi. Di questi 192 furono affidati alla cura tramite la preghiera, mentre per i restanti 201 nessuno avrebbe pregato; è importante sottolineare che nessuno sapeva per quale dei due gruppi si sarebbe pregato, neppure il personale medico. Il risultato fu che il gruppo di malati per il quale si era pregato ebbe bisogno di antibiotici in dosi inferiori di cinque volte, e sviluppò meno edemi polmonari.

Secondo Dossey si rintracciano tre caratteristiche principali nella preghieraterapia:

  1. le guarigioni a distanza non dipendono dalla trasmissione di energia;
  2. la condizione essenziale è la presenza dell’amore e della compassione per il prossimo;
  3. all’invio della preghiera, avviene simultaneamente la risposta alla guarigione, anche se il destinatario non lo sa.

Inoltre fu rilevato che per la maggior parte delle persone la preghiera è un dialogo personale con Dio.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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