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Per canto armonico (suoi sinonimi sono considerati canto sdoppiato e canto difonico) s’intende il ricorso ad esercizi vocali e canori che producono particolari vibrazioni della voce e agiscono sui “corpi sottili” dell’individuo, ripristinando l’armonia ed il benessere psico-fisico.

Nel canto armonico sono i suoni secondari o accompagnatori che instaurano il processo armonizzante.

Le origini di tale pratica sono antichissime e sicuramente si basano sui mantra presenti nella medicina ayurvedica ed in particolare nello yoga. Difatti è proprio alla fisiologia tradizionale indiana che le vibrazioni sonore vocali fanno riferimento, in particolare ai sette chakras.

Anche nei canti oranti dei monaci tibetani si rintracciano elementi del canto armonico.

Pronunciando precisi suoni analogici il meditante percepisce vibrazioni a carico dei tessuti molli del cavo orofaringeo. Inoltre cantando gli armonici in gruppo si amplifica l’effetto vibratorio, e il coinvolgimento sociale procura una ulteriore azione terapeutica.

Una fase importante del canto armonico è l’ascolto della propria voce. Tale fase porta allo stupore da parte del cantore che ha la sensazione di ascoltare qualcun’altro, scoprendo, così, un potenziale del quale non conosceva l’esistenza. Precursore di tale metodo viene indicato il musicologo vietnamita Tran Quang Hai.

Tale processo migliora la capacità d’ascolto di sé e stimola alla riscoperta dell’ambiente. L’assistito scopre nuovi canali comunicativi ed espressivi pregni di alti potenziali.

Il canto armonico è proponibile a soggetti di qualsiasi età, grazie al ricorso di suoni analogici semplici di tipo difonico (composto da una sola nota) o comunque di semplicissimi suoni vocalizzati, tipo la pronuncia cantata delle vocali.

Il ricorso al canto armonico coinvolge l’attività respiratoria che obbligatoriamente si modifica per il ricorso alle varianti foniche; anche questo aspetto contribuisce al miglioramento dei processi psico-fisici dell’assistito.

 

 tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.