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La fitoterapia basata sul “colore vibrazionale” della pianta era stata intuita da Benedetto Lavagna, radioestesista e guaritore torinese vissuto negli anni Ottanta.

Ogni organo del corpo è composto da tessuti e cellule, e la cellula si comporta come l’unità fondamentale del corpo, con una propria attività biochimica-elettro-magnetica, quindi risulta in continua vibrazione.

Sappiamo anche che il colore è il risultato di onde elettromagnetiche di precise frequenze vibratorie.

Da ciò si può dedurre che sia possibile un’interazione tra la “vibrazione cellulare” e la frequenza che procura la sensazione del colore.

Ogni organo sano è posto su una certa frequenza che procura la sensazione del colore che Benedetto Lavagna indicava quale “colore fondamentale dell’organo” che, qualora risultasse malato, modificherebbe la propria “frequenza colore”; è a questo punto che si può intervenire con la cromoterapia, ricorrendo al colore adatto a ripristinare l’equilibrio perduto.

Frequenza colore

Nella fitoterapia cromatica non interessano i principi attivi presenti nella pianta ma il suo colore, o meglio la sua “frequenza colore” che non sempre è possibile cogliere guardando i colori presenti nel vegetale.

Ovvero per “frequenza colore” della pianta si intende una vibrazione che rappresenta l’aspetto energetico intrinseco del vegetale. Al paziente viene indicata la pianta basandosi sulla necessità di quella “frequenza colore” e non sulle sostanze presenti.

Corrispondenze

Riportiamo di seguito alcune corrispondenze, in un elenco stilato da Benedetto Lavagna.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.