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Tecnica basata sul Reiki, dal quale trae le proprie caratteristiche.

Il termine “Karuna” deriva dalla lingua sanscrita e vuol dire “azione compassionevole”, indicando la via della condivisione armonica della propria serenità con tutti gli altri esseri.

Nel Karuna Reiki vengono coniugate due filosofie: quella giapponese, propria del Reiki, e quella indiana; fautore di tale fusione è lo statunitense William Lee Rand, fondatore dell’International Center for Reiki Training.

I 12 simboli

Pur basandosi sugli stessi principi del Reiki, questa tecnica permette di intervenire in maniera più specifica sui vari disturbi; tale prerogativa è raggiungibile grazie all’uso di 12 simboli ideati per risolvere specifici squilibri; mente nel Reiki i simboli sono quattro e meno specifici.

Come avviene nel Reiki, ai simboli vengono assegnate valenze determinanti per l’accesso all’energia universale, che, comportandosi come delle chiavi, sarebbero in grado di attivare processi di autoguarigione.

I 12 simboli si possono utilizzare: tracciandoli con la mano, immaginando di disegnarli sul corpo dell’assistito, proiettandoli a distanza.

Similmente al Reiki, l’operatore incanala l’energia universale che riequilibra energeticamente il soggetto trattato, potenziando le funzioni vitali e donando armonia e distensione.

I chakras

Durante il trattamento si interviene sui chakras, quali centri di coscienza particolarmente recettivi all’energia universale, ricorrendo alla conoscenza propria della medicina tradizionale indiana.

Per apprendere tale tecnica bisogna frequentare dei seminari di formazione presso scuole di Reiki che si occupano del Karuna Reiki.

Normalmente il percorso formativo prevede tre livelli, in ognuno dei quali vengono attivati 4 simboli, per un totale di 12

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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