Stampa

 

Corpus di discipline sviluppatosi tra il VII e il IX secolo, sulle basi degli insegnamenti del buddismo.

Strettamente imparentata con la medicina ayurvedica, la medicina tibetana si presenta quale arte basata sulla diagnosi e la cura delle malattie, facendo ricorso all’opera del medico Yuthog Yonten Gompo, vissuto nel XII secolo. Il testo di riferimento più importante risale al XVII secolo, detto dei “Quattro Tantra” (rg yud bzbi).

Con la medicina ayurvedica, considerata la legge dei cinque elementi : sa (terra), chu (acqua), me (fuoco), rlung (vento) e natm mkha (spazio), questi elementi sono presenti in ogni aspetto del creato, così come nell’uomo.

La diagnosi è di tipo organolettico, ovvero si avvale delle percezioni sensoriali del guaritore. Importante è il ricorso all’esame del polso, ma anchedell’occhio.

Lo scopo della terapia è sempre quello di ripristinare l’equilibrio e l’armonia, intervenendo sugli umori corrispondenti ai cinque elementi.

I rimedi ai quali questa medicina fa ricorso sono di natura minerale, vegetale e animale; anche nell’uso dei rimedi si rintracciano numerose corrispondenze con la medicina ayurvedica. I minerali sono spesso accompagnati dal massaggio energetico, o da esercizi di yoga, e dalla recitazione di particolari vocalizzi (i mantra).

La medicina tibetana, oltre che sull’altipiano del Tibet, è diffusa in vaste regioni dell’Asia, e in alcune aree della Cina, abitate da popolazioni di cultura tibetana.

Al pari dell’ayurveda, nella medicina tibetana, la malattia è causata dal disequilibrio tra il corpo e lo spirito. Solo con una mente scevra di passioni, desideri e ira, è possibile ritrovare la salute.

Nelle malattie vengono ravvisati gli effetti dei cattivi comportamenti, risalenti anche a precedenti esistenze, aderendo a pieno titolo al diffuso pensiero orientale della dottrina della reincarnazione, e degli effetti futuri del karma.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.