Le origini

Il primo insegnamento, per importanza, che Ippocrate (460 a.C. ca. – 370 a.C. ca.) dettava ai suoi allievi era “primum non nocere”, ovvero agire sempre senza arrecare danno al malato o comunque il minore possibile. Il potere curativo della natura può essere assunto a modello prenaturopatico “vis medicatrix naturae” tanto che molti indicano Ippocrate come il primo potenziale naturopata della storia.

Nella terapia ippocratica l’alimentazione (dietetica) è l’aspetto più importante. La revisione dei propri comportamenti, lo stile di vita e una fisiologia costituzionale sono elementi che la naturopatia considera primariamente; sotto questo aspetto è lecito asserire che il naturopata trova in Ippocrate il suo antesignano.

Il termine “naturopatia” fu coniato dal dottor John Scheel di NewYork nel 1892, ma l’arte di curare facendo ricorso al mondo naturale veniva presentato anche con altri termini quali “Fisicopatia” (Macfadden) e “Terapia Naturale” (Lindlhar); di quest’ultimo bisogna menzionare il libro “The Philosophy of Natural Therapeutics” (La Filosofia della Terapeutica Naturale), un testo che rappresenta una pietra miliare nella storia della naturopatia.

Il significato etimologico del termine naturopatia viene interpretato in più modi: Natura più Pathos quale sofferenza, indicando che la natura è in grado di eliminare la malattia dell’uomo, però potrebbe anche indicare la “sofferenza della natura”. Sembra invece che le radici della parola naturopatia derivino dall’inglese, unendo i termini Nature’s Path; a diffonderla sarebbe stato, nel 1902, Benedict Lust, per indicare “il sentiero della natura”, ovvero l’unica vera possibilità di intraprendere un cammino verso la salute, ricorrendo a ciò che la natura mette a disposizione.

Per molti il padre della naturopatia viene identificato in Vincent Priessnitz (1799–1851), un contadino austriaco che, osservando come un cervo ferito si curasse immergendosi nell’acqua di un torrente, pensò di applicare tale pratica all’uomo: idroterapia, ambiente salubre, alimentazione sana, divennero i cardini del buon vivere; erano così state gettate le basi della futura naturopatia, proprio partendo dall’idroterapia.

Se Priessnitz ebbe i primi sentori dell’importanza della cura con l’acqua, è merito dell’abate Sebastian Kneipp (1821–1894) aver perfezionato e divulgato tale pratica. Benedict Lust (1872–1942) allievo di Kneipp, trasferitosi negli Stati Uniti, divulgò le conoscenze idroterapiche, accompagnandole da consigli sullo stile di vita; Lust è considerato il fondatore della naturopatia americana.

Dall’inizio della seconda guerra mondiale per oltre un decennio, la naturopatia si diffuse nel mondo occidentale. Successivamente la scoperta dei nuovi farmaci di sintesi e l’enorme quantità di denaro che girava attorno al farmaco, ottenebrarono le medicine naturali, ritenute superficiali e ascientifiche. L’idea del curarsi con il “ritorno alla natura” veniva caricato di arretratezza e ostacolo per il progredire della scienza medica. Bisognerà attendere gli anni Ottanta, quando la scia del ritorno alla natura, e la crescente sfiducia verso la medicina ufficiale, riaccenderanno l’interesse per la naturopatia.  

La professione di Naturopata

L’obiettivo primario che la naturopatia si prefigge è quello della promozione e mantenimento dello stato di salute.

Il naturopata è il professionista che in veste di educatore olistico o curatore globale, consiglia, segue, informa coloro che decidono di mantenersi in salute o recuperare lo stato di benessere globale, ricorrendo a sistemi, pratiche, metodiche, filosofie, correnti di pensiero e quant’altro sia riferito agli elementi della natura. In tal veste può essere considerato un “consigliere eccellente” ed un “educatore olistico”, ovvero un esperto nel settore delle medicine complementari, in grado di consigliare, curare o indirizzare il proprio assistito verso settori specifici, o complessi, delle “medicine non convenzionali”.

In tale operare si possono prefigurare alcune azioni di propria competenza:

  • ricorrere al sapere filosofico, pedagogico, psicologico e sociologico, per stimolare a prendere coscienza del disordine causante lo stato di malessere.
  • indicare quali percorsi sono idonei al raggiungimento delle informazioni risolutrici dello stato di disordine;
  • guidare lungo tutto l’iter terapeutico fungendo da vero tutore, consigliando i migliori atteggiamenti nell’attuare uno stile di vita sano, rinnovato e duraturo. In questo agire ricorrerà a tutti i mezzi che la natura pone a disposizione dell’uomo.

Le attività oggetto della professione di naturopata si fondano su discipline, pratiche, metodologie e tecniche generali o specifiche volte allo studio, alla ricerca, alla consulenza, all’analisi, alla valutazione empirica ed intellettuale ed all’intervento: sui fenomeni, sui processi, sulle strutture, sugli stili di vita, sugli orientamenti di valore.

La professione di naturopata si svolge attraverso la ricerca, l’analisi e le pratiche naturopatiche aventi come obiettivo il mantenimento dello stato di salute quale equilibrio dinamico psico-fisico-sociale.

Il suo operato è prevalentemente indirizzato alla prevenzione ponendosi in relazione all’assistito quale guida, consigliere, mediatore, tutore e curatore.

La professione di naturopata consiste nel consigliare e guidare l’assistito al mantenimento dello stato di salute o al suo recupero tramite il concorso del raggiungimento dell’obiettivo perseguito a livello di prevenzione primaria; tramite le dinamiche relative all’individuazione delle cause: dissonanti, alterative, e in generale entropiche; quali cause primarie o secondarie, dirette o indirette, esogene o endogene, individuali o sociali, ed ecologiche.

La professione di naturopata include le attività di: ricerca, sperimentazione, pianificazione, programmazione, progettazione, organizzazione, valutazione, formazione, didattica e consulenza nell’ambito salutistico senza abusare delle competenze proprie di quelle professioni già regolamentate.

La naturopatia si presenta come un “corpus salutistico” comprendente numerose discipline, pratiche e metodiche, il cui scopo consiste nel mantenere o recuperare lo stato di benessere psico-fisico–sociale. Ravvisare completamente ciò che ne fa parte è praticamente impossibile, considerando che nei vari paesi nella quale si è diffusa, presenta notevoli differenze, che ancor più vengono rintracciate nelle numerose scuole di formazione, per niente allineate sull’iter formativo; tali diversità sono presenti anche in Italia. Quindi la naturopatia è più un contenitore che un contenuto, possiamo definirla una “disciplina complessa ed articolata” o multidisciplinare, basti pensare che in diversi testi viene appellata quale “medicina naturopatica”.

Tanto per comprendere il significato del termine “medicina” ricorriamo quale esempio alla medicina tradizionale cinese che comprende, considera e applica un gran numero di discipline e pratiche terapeutiche, come l’agopuntura, la moxa, la coppettazione, la fitoterapia, l’alimentazione, ecc.

Ebbene la naturopatia, in scala infinitamente minore, presenta le caratteristiche di un insieme articolato e vario. 

Il pensiero filosofico

La naturopatia sposa il causalismo, proprio perché permette di porre in relazione il sintomo (quale manifestazione) alla propria causa, ovvero a ciò che, per una legge naturale, sta imponendo un evento che si sta palesando gradatamente. Siccome ogni azione attiva un processo al quale si legheranno gli eventi successivi, bisogna per prima cosa intervenire sull’azione attuando una prevenzione ottimale.

La naturopatia sposa il pensiero filosofico del vitalismo, secondo il quale tutti i processi vitali sono alimentati e governati da una forza chiamata Forza vitale.

Molti naturopati affermano che la naturopatia è perfettamente aderente al pensiero olistico, tanto da rintracciare nella medicina olistica la stessa medicina naturopatica. Certo è che nella naturopatia viene totalmente rifiutato il riduzionismo, e l’ organicismo, mentre l’ olismo si sposa egregiamente con il pensiero naturopatico, ma affermare la totale sovrapposizione è forse troppo.

Anche tra il naturismo e la naturopatia vige uno stretto legame, tanto da poter affermare che la naturopatia sia poco alla volta emersa dal naturismo, quale processo graduale, per poter segnalare in maniera più credibile le proprie conoscenze salutistiche. Potremmo dire che i naturisti rappresentano una corrente di pensiero sorta nel periodo moderno, mentre i naturopati appartengono al periodo contemporaneo. In realtà non vi è alcuna netta linea di demarcazione tra i due; la più sostanziale diversità è che nel naturismo si rintraccia un movimento popolare, mentre nella naturopatia un insieme di discipline pedagogiche-salutistiche, o educative-sanitarie.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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