Metodo terapeutico nel quale si ricorre all’uso di sacchetti di sabbia di vari pesi, lasciati cadere da diverse altezze sulla parte del corpo da trattare, con una successione ritmica. L’obiettivo primario è quello di ridare elasticità e tono a quelle parti del corpo le cui articolazioni sono contratte.

Per ottenere tale risultato si pone la zona interessata tra due sacchetti di sabbia, di cui uno funge da base, sul quale viene appoggiata la parte da trattare; sul corpo viene posto un secondo sacchetto con la funzione di cuscinetto, ed è su questo che il terapeuta lascerà cadere altri sacchetti ripieni di sabbia di pesi e forme diverse, e da altezze diverse.

Le altezze di caduta variano da sette a quindici centimetri. Grazie alla presenza del sacchetto base, ad ogni caduta si instaura un’azione propulsiva in senso orizzontale che unita a quella verticale sottopongono l’articolazione trattata ad una naturale deformazione ripristinante il giusto allineamento anatomico.

L’impattoterapia si divide in tre forme principali: statica, mobile e spinale.

Nella statica l’articolazione è mantenuta immobile; nella mobile i sacchetti anziché riempiti di sabbia vengono riempiti di semi di miglio in modo tale che la forma del sacchetto si adatti, nell’impatto, alla forma della parte del corpo trattata; in quella spinale si agisce quando si deve curare la zona cervicale o i disturbi relativi ai dischi vertebrali.

Per ogni specifico trattamento si sceglie, oltre il peso e l’altezza d’impatto, anche la frequenza degli impatti che possono giungere, in certi casi, a 120 impatti al minuto. L’impattoterapia, oltre che sulle articolazioni, agisce anche sulla circolazione sanguigna e sui tessuti sottocutanei, attuando un’azione drenante.  

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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