Modello pedagogico–ecologico ideato dal dottor Valerio Sanfo, sociologo e pedagogista torinese, presentato al 2° Convegno di Medicine Tradizionali a confronto, svoltosi a Torino nel 1996.

Il sapere parcellizzato e isolato dall’insieme, comporta il rischio di relegare nell’ambito delle scienze biologiche ciò che può far parte di linguaggi scientifici multidisciplinari.

Un ambiente naturale spontaneo quale un prato incolto, un bosco, uno stagno, ecc. si presenta con una rete di connessioni, con un numero infinito di schemi e di modelli di studio che abbracciano tutte le scienze, proponendo un sapere enciclopedico.

Il problema di fondo è conoscere la semantica d’accesso, i segni rivelatori delle informazioni. Questo compito spetta all’insegnante, che prima di ogni altra cosa deve iniziare ad autoeducarsi, spogliandosi dei concetti obsoleti, e riproponendosi in un nuovo rapporto con la realtà. Tale cambiamento comporta la comprensione che nulla vive isolato, e che bisogna sempre ragionare per relazioni, e attraverso i percorsi relazionali che inglobano tutta la didattica dell’insegnamento scolastico.

La vita biologica sul nostro pianeta dipende dal Sole, e la sopravvivenza dalla diretta o indiretta relazione con il regno vegetale. Perché allora non porre al centro del sistema pedagogico proprio la pianta?

L’esigenza di un progetto globale è da tempo auspicata, e il modello di propagazione e attivazione a partire da un rappresentante del regno vegetale inserito nel proprio habitat naturale, vuole presentarsi non come l’ennesima “moda didattica”, ma come un percorso multimediale in grado di soddisfare la complessità del sistema educativo.

L’intuizione, la fantasia e in particolare il sentimento, quali caratteristiche peculiari della personalità del bambino, possono egregiamente realizzarsi a contatto con elementi vivi e in relazione tra di loro: partecipazione attiva e coinvolgimento sentimentale.

Non bisogna costringere il bambino ad apprendere, ma guidarlo a risvegliare l’ interesse attraverso l’ osservazione spontanea, la riflessione e l’espressione.

Ciò che necessita è una interdisciplinarità degli insegnamenti, con elaborazione scientifica e concettuale tipo il team–teaching o insegnamento a squadre.

In una visione forse utopica, in tale pedagogia può essere superato il bisogno di ricorrere al libro di testo.

La proposta di una pedagogia della natura si presenta come modello complesso e aperto; complesso perché propone l’accesso a tutte le scienze, e aperto perché non isola il sapere ma lo relaziona continuamente con tutto il resto.

Un modello che persegue anche lo scopo di porre in stretto rapporto la scuola e l’ambiente in cui è inserita.

Affinché possa essere applicato, tale modello necessita della presenza di mini ambienti naturali; ecco perché è auspicabile almeno la presenza di un orto botanico spontaneo. Solo se i referenti culturali hanno la possibilità di fruire con continuità, immediatezza, degli elementi naturali, si potrà realizzare una pedagogia della natura.

Il modello pedagogia della natura si presenta come modello basato sull’ambiente naturale spontaneo, quindi propone nel suo iter, prima di tutto l’educazione ambientale e l’interdipendenza tra i vari fattori ambientali, ma siccome questa si propaga all’infinito, si riveste dell’attributo “globale”.

L’ambiente naturale deve essere concepito come un sistema aperto dal quale è possibile, attraverso il rapporto diretto, conoscere il funzionamento delle leggi che coinvolgono oltre che il mondo della natura anche ogni manifestazione della cultura umana.

Anche le innumerevoli discipline scientifiche possono ritrovare nella natura una radice comune che permette di collegare i differenti saperi in una visione unitaria.

L’educazione ambientale deve stimolare le acquisizioni delle capacità di svolgere il ruolo, quale essere umano, di interazione–collaborazione con tutti i sistemi del pianeta Terra; l’approccio interdisciplinare del modello pedagogia della natura permette di avere una visione completa dei problemi da risolvere per salvaguardare dal degrado e dalla morte il nostro pianeta. Comporta l’acquisizione della continua interdipendenza tra tutte le parti del globo, e sottolinea l’urgenza della stretta collaborazione tra singolo e società, tra istituzioni private e pubbliche, tra comunità e nazioni.

Dall’educazione ambientale all’intero processo educativo, per una coscienza consapevole e solidale, basata sulla moralità e sull’organizzazione.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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