La parola trekking deriva dal Boero, e indica il camminare seguendo i solchi lasciati dai carri trainati dai buoi. Pratica intelligente che permetteva ai coloni olandesi stanziati in Sud Africa di sfruttare i sentieri improvvisati che facilitavano il cammino.

Oggi per trekking si intende l’arte (o disciplina) di camminare come prevenzione delle malattie e mantenimento di ottima forma fisica.

Il trekking è alla portata di tutti, non vengono richieste doti fisiche particolari, si tratta solo di camminare “naturalmente”; dal momento che lo spostarsi a piedi nei centri urbani, a causa del fondo stradale, non può che creare limiti e squilibri. Inoltre gli agenti atmosferici non possono che minare la salute, e non basta recarsi nei parchi cittadini per respirare “aria buona”; i parchi sono comunque solo rappresentazioni, ricostruzioni dei veri ambienti naturali.

Il trekking è adatto a tutti, a partire dai cinque anni in poi (ad ogni fascia d’età vengono proposti i percorsi adatti). Il trekking si pratica in qualsiasi stagione e volendo con qualsiasi tempo, anzi l’impatto con la natura varia in relazione ai cicli stagionali e circadiani. Il trekking richiede come elemento fisso l’ambiente naturale, affinché l’uomo si ponga in relazione con la Natura: camminare al passo, con sguardo vigile, orecchio attento, olfatto recettivo (tutti i sensi ne sono coinvolti). Solo in tal guisa il trekking agisce anche sulla mente, aprendo a nuove conoscenze e stimolando alla percezione del linguaggio della natura, che tramite le forme e le tracce comunica al viandante messaggi subliminali, che giungendo al profondo dell’anima, lo pongono in comunione con la Terra Nutrice.

Saper cogliere i cromatismi, i suoni, le forme, gli odori, e il contatto con il terreno (sempre mutevole ad ogni passo), fa sì che il trekking si possa considerare come una metodica di stile di vita completa; tenendo anche conto che i piedi sono i “pilastri del nostro corpo” e che, come affermano i risflessologi, “non è vero che i piedi servono solamente per camminare”. Comunque nei luoghi silvestri si stimolano le aree riflesse del piede, con azione su molteplici organi e funzioni fisiologiche del corpo umano. Il trekking fa parte integrante dell’escursionismo praticato a piedi, percorrendo tratte scelte in base alle individuali capacità fisiche. Quando i percorsi sono molto lunghi, si pernotta in tenda o in bivacchi di fortuna.

Il benessere psico-fisico che il trekking procura è globale, intervenendo sulla muscolatura striata, sugli apparati: osteoarticolare, cardiocircolatorio, respiratorio e digerente; sui sistemi: nervoso, immunitario, endocrino e inoltre sulla psiche e facoltà mentali. Il tutto semplicemente camminando immersi nella natura.

Molti specialisti asseriscono che è meglio la camminata nella sua forma più igienica, piuttosto che la corsa, per mantenere in forma i piedi. Camminando si attua una forma ritmica triadica, basata sui tre movimenti necessari alla deambulazione: appoggio del tallone, equilibrio orizzontale (fase transitoria) e spinta dell’avampiede. Corredo necessario: l’acquisto di calzature adatte ai terreni impervi (in commercio si trovano scarpe adatte all’uopo, sin troppo accessoriate), e uno o due bastoni d’appoggio, meglio se telescopici da poter deporre nello zaino, anche se quelli raccolti nel bosco contengono valenze analogiche (che “aiutano d’appoggio alla mente”).

Nel trekking si tiene conto dell’igiene alimentare, altrimenti ne verrebbe vanificato l’obiettivo. Il cibo deve essere il più possibile naturale, e sovente ci si orienta verso il biologico. Un interessante abbinamento al trekking consiste nel nutrirsi dei vegetali (foglie, radici, frutti…) raccolti direttamente durante la camminata, ricorrendo alle conoscenze della fitoalimurgia. L’acqua da bere deve essere naturale e se possibile la borraccia dovrebbe essere riempita alle sorgenti incontrate.

Ai neofiti numerose associazioni sportive e culturali offrono pacchetti di “corsi di preparazione”, nei quali si insegnano le tecniche respiratorie e come siscaldano i muscoli prima di partire, con semplici esercizi ginnici. Inoltre vengono proposte nozioni di pronto soccorso, di sopravvivenza e diriconoscimento della flora e fauna locale.

 

tratto da “Enciclopedia delle Discipline Bio-naturali”,
Valerio Sanfo, ed A.E.ME.TRA.

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